Simoni Marcello - 2013 - L'isola dei monaci senza nome by Simoni Marcello

Simoni Marcello - 2013 - L'isola dei monaci senza nome by Simoni Marcello

autore:Simoni Marcello [Simoni Marcello]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Literature & Fiction, Contemporary, Genre Fiction, Historical, Mystery; Thriller & Suspense, Thrillers, Foreign Languages, Italian, Contemporary Fiction, Foreign Language Fiction, Historical Fiction
Amazon: B00DGEM47E
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2013-07-03T22:00:00+00:00


«Al contrario». Il giovane estrasse la spada

puntandogliela contro, e in un attimo accantonò ogni

ripensamento. «Sono qui per sfidarvi».

«Miserabile cane!». Il luogotenente avanzò verso di lui,

ma accorgendosi che alcuni cavalieri si apprestavano a

dargli manforte, ordinò con un gesto secco di non

impicciarsi, poi riversò il suo sdegno sul ragazzo. «Se

finalmente vi ho di fronte non è certo per merito del vostro

coraggio, ma degli spiriti Sitanis che hanno esaudito la mia

sete di vendetta».

«Non sono qui per saldare i debiti di mio padre, bensì

per reclamare una persona», chiarì Sinan, suscitando una

smorfia di stupore sul volto del nemico. «Tenete in ostaggio

una donna rapita all’Elba», precisò a gran voce. «Si chiama

Isabel de Vega ed è figlia dell’ambasciatore imperiale».

Nizzâm parve non comprendere, infine superò il

disappunto e simulò disinteresse. «Blaterate di femmine,

quando invece dovreste temere per la vostra testa!».

«Tacete! Pretendo che Isabel venga liberata e posta

immediatamente sotto la mia protezione».

«Tacete voi, piuttosto!», lo zittì il moro. «Sostenete che

le malefatte di vostro padre non vi riguardano, eppure

conservate la sua stessa arroganza. Quell’odiosa boria che

non ho mai potuto sopportare!», e prima ancora di

concludere la frase, sferrò un formidabile fendente.

Sinan non si fece cogliere impreparato e schivò il colpo

ruotando sul piede destro, poi fendette l’aria con un

mandritto diretto al collo. La lama rimbalzò sul bracciale

sinistro del moro, generando un’esplosione di scintille.

Nizzâm aveva sollevato il braccio per difendersi, lasciando

però la scimitarra abbassata. Il ragazzo ne approfittò, avanzò

di scatto e preparò un affondo, ma per l’eccessiva audacia si

fece sorprendere da una gomitata alla mascella.

Sentì un dente spezzarsi, fu sollevato da terra e precipitò

di schiena. Quando riaprì gli occhi, vide Nizzâm incombere

su di lui e, restando sdraiato, mirò di stocco alla sua faccia.

Se si fosse trovato al cospetto di un uomo comune gli

avrebbe infilzato una pupilla, ma il rivale era dotato dei

riflessi di un serpente e si scostò in tempo, riportando

soltanto un graffio allo zigomo. Si passò la mano sul volto,

leccando il sangue sulle dita. «Il prossimo sarà il vostro»,

ghignò.

Il giovane approfittò di quella breve interruzione per

rialzarsi, ma fu respinto a terra da un calcio al torace.

Accecato dal dolore al petto, fu costretto ad ammettere la

superiorità del nemico e soprattutto la propria stupidità, che

l’aveva indotto a scendere in campo a dispetto della

stanchezza accumulata durante i duelli precedenti.

Il moro sollevò la scimitarra e si preparò a colpire.

Aveva un respiro frenetico e profondo, la sua figura

sprigionava un rabbioso compiacimento.

Sinan fece di tutto per mantenere i nervi saldi. Depose la

spada per simulare un atto di resa, poi allungò la mano

destra verso il pugnale nascosto dentro lo stivale. Intendeva

estrarlo un attimo prima che Nizzâm calasse la lama, giusto

il tempo di schivare il colpo per ferirlo all’altezza della

coscia, dove non aveva protezioni. A detta dello Strozzi, un

tocco di striscio sarebbe bastato perché il veleno facesse

effetto.

Si preparò ad agire.

Qualcosa però non andava. Il nemico non accennava a

muoversi, teneva gli occhi puntati davanti a sé. Dopo una

breve ma snervante attesa, il ragazzo si decise a guardare

nella stessa direzione e si stupì di scorgere una seconda

formazione di armati all’interno della piazza. Una

cinquantina di turchi, tra i quali molti bork7. Nella foga dello

scontro



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